Il Passato
La Giostra del Saracino (“giostra ad burattum”) è un antico giuoco cavalleresco che, come esercizio di addestramento militare, affonda le sue radici nel Medio Evo e richiama la secolare lotta sostenuta dalla cristianità occidentale per contenere l’avanzata musulmana. Disputato sovente ad Arezzo fra il Cinquecento e la fine del Seicento (quando si organizzarono memorabili giostre barocche), il torneo svolge per tutta l’età moderna importanti funzioni sociali in seno alla comunità urbana. Si giostra infatti sia in occasione della visita di grandi personalità (regnanti principi), sia per solennizzare particolari ricorrenze civili (carnevale, matrimoni).
La Giostra – che dall’inizio del Seicento è una peculiarità aretina – decade nel corso del XVIII secolo fino a scomparire del tutto, almeno nella sua versione più “nobile”. Dopo una vivace ripresa popolaresca fra Sette e Ottocento, una nuova scomparsa dopo il 1810 e una fugace apparizione nel 1904 sulla scia della rivalutazione del medio evo operata dal movimento romantico, la giostra viene stabilmente ripristinata nel 1931, in forma di rievocazione storica ambientata nel XIV secolo, assumendo rapidamente anche un autentico carattere agonistico.
Il Presente
La manifestazione, di cui si corrono quest’anno la 96ma e 97ma edizione dell’epoca contemporanea, si svolge ogni anno ad Arezzo la penultima domenica di Giugno (Giostra di San Donato, patrono della città) e la prima di Settembre (Giostra di Settembre). Ne sono protagonisti i quattro antichi quartieri della città: Porta Crucifera (colori verde e rosso), Porta del Foro (colori giallo e cremisi), Porta Sant’Andrea (colori bianco e verde) e Porta del Borgo, oggi Porta Santo Spirito (colori giallo e azzurro).
La Giostra del Saracino è organizzata dal Comune di Arezzo attraverso un’apposita Istituzione, ma nell’organo di governo della manifestazione (consiglio di amministrazione), presieduto dal Sindaco, sono presenti anche i rettori dei Quartieri. Vi è inoltre una commissione consultiva nella quale sono fra gli altri rappresentate anche le altre istituzioni cittadine (Provincia, Camera di Commercio, Azienda di promozione turistica), oltre alle associazioni folcloriche (Gruppo Musici, Associazione Sbandieratori). La Giostra del Saracino si svolge con il patrocinio del Parlamento Europeo.
La Giornata Giostresca
La giornata giostresca si apre al mattino con la lettura del bando da parte dell’Araldo e prosegue al pomeriggio con un variopinto corteo storico che allinea per le vie della città 311 figuranti in costume trecentesco e 31 cavalli; momento saliente del corteo è la benedizione degli armati sulle scalinate del Duomo da parte del Vescovo di Arezzo.
Il torneo cavalleresco si svolge nel pomeriggio nella preziosa cornice di Piazza Grande, agli ordini del Maestro di Campo, la giostra si apre con l’ingresso in piazza, al suono di trombe e di tamburi, del corteo storico, recante gli antichi gonfaloni della città. Momenti salienti di questa fase – che si svolge sulla base del “canovaccio” di regia delineato nel 1961 dal regista Fulvio Tului – sono l’ingresso delle massime autorità della Giostra (Magistratura, Giuria, Rettori dei Quartieri), l’esibizione degli Sbandieratori, l’ingresso al galoppo dei giostratori, lo schieramento sulla lizza dei cavalieri di casata, rappresentanti l’antica nobiltà aretina, la lettura da parte dell’Araldo della Disfida di Buratto (una composizione poetica in tre ottave risalente al XVII secolo), il saluto di balestrieri e alabardieri al grido di “Arezzo”, l’autorizzazione della Magistratura a correre giostra , l’esecuzione dell’Inno del Saracino” – opera del compositore Giuseppe Pietri (1886- 1946) – da parte del Gruppo Musici, il sorteggio delle lance da competizione.
Inizia poi la gara vera e propria: i giostratori delle quattro “porte” – veri protagonisti della manifestazione – si gettano al galoppo, lancia in resta, contro il Saracino, un automa corazzato, che rappresenta un saraceno armato di mazzafrusto (“Buratto, Re delle Indie”), secondo l’ordine delle carriere stabilito per sorteggio la domenica antecedente la Giostra nel corso di una cerimonia in costume in Piazza del Comune.
Numerosi gli imprevisti determinati dall’abilità, dal coraggio e dalla fortuna degli otto giostratori che si avvicendano sulla pista di terra battuta e in leggera salita (“la lizza”), che taglia diagonalmente Piazza Grande; i giostratori sono ingaggiati dai quartieri non solo in Arezzo, ma anche nella vicina Romagna, in Umbria e nel Senese, vince la competizione la coppia di cavalieri che, nel colpire lo scudo del Saracino (che presenta punteggi variabili fra uno e cinque), consegue il risultato più elevato; al loro quartiere va in premio l’ambita lancia d’oro. In caso di parità fra due o più quartieri dopo le carriere ordinarie (due serie, una per ciascun giostratore), per aggiudicare il trofeo si ricorre ad una o più carriere di spareggio. Al termine vengono sparati colpi di mortaio in onore del quartiere vincitore.
Attraverso la Lancia d’Oro, artistica opera di intaglio ligneo, si ricordano i fatti ed i personaggi salienti della storia di Arezzo. Nell’edizione 20 Giugno 1999 si ricorda Pietro Berrettini detto “il Cortona” pittore ed architetto, in occasione del quarto centenario della nascita, mentre nell’edizione del 5 Settembre 1999 si ricorda Carlo Marsupini(1399-1453), umanista e letterato aretino nel sesto centenario della nascita.
Alla Giostra del Saracino presenziano in Piazza Grande circa 5.000 spettatori paganti, ma altre decine di migliaia si assiepano durante la giornata giostresca nelle piazze e nelle vie cittadine per assistere alle varie fasi della manifestazione ed in particolare al corteo storico.